Tratto da Il Post del 29 luglio 2025
Keir Starmer ha
detto che lo farà entro settembre, a meno che Israele non approvi un cessate il
fuoco, faccia entrare gli aiuti e inizi un processo di pace.
Il primo ministro britannico Keir Starmer, 29
luglio 2025 (Toby Melville, Pool Photo via AP)
Martedì il primo
ministro britannico Keir Starmer ha detto che il Regno Unito riconoscerà lo stato di Palestina entro settembre,
a meno che il governo israeliano del primo ministro Benjamin Netanyahu non
faccia entrare cibo e beni essenziali nella Striscia di Gaza, approvi un
cessate il fuoco e si impegni ad avviare un processo di pace. Sono condizioni
che difficilmente si realizzeranno, vista la situazione attuale.
Un comunicato diffuso dall’ufficio del primo ministro cita più volte la necessità
di arrivare infine al riconoscimento di due stati, ossia appunto Israele e la
Palestina: è una proposta di cui si parla da
decenni, senza risultati, e che è stata rifiutata formalmente dal governo israeliano circa un anno fa. Chiede anche ad
Hamas di rilasciare tutti gli ostaggi, accettare un cessate il fuoco e
impegnarsi al disarmo.
Pochi giorni fa
anche la Francia aveva
annunciato che riconoscerà lo stato di Palestina, senza
però porre condizioni: la formalizzazione dovrebbe avvenire alla prossima
Assemblea generale delle Nazioni Unite, in programma a New York tra il 9 e il
23 settembre. Starmer invece ha detto che prenderà una decisione prima di
quella riunione.
Al momento la
Palestina è riconosciuta da 147 stati membri delle Nazioni Unite su 193: quasi
tutti i paesi dell’Asia, dell’Africa, dell’Europa dell’est e dell’America
Latina, ma pochissimi paesi occidentali. Diversi di questi che oggi la
riconoscono, come la Spagna, lo hanno deciso negli ultimi due anni e quindi dopo l’inizio della guerra
nella Striscia di Gaza. L’Italia non riconosce lo stato palestinese, ma ha
comunque un ufficio consolare a Gerusalemme che «cura le relazioni che il
governo italiano intrattiene con le autorità palestinesi».
Quando uno stato
ne riconosce un altro significa che ne accetta l’esistenza, e lo dimostra di
solito inviando una rappresentanza diplomatica. Significa anche che riconosce
formalmente la sovranità di quel territorio e il diritto all’autodeterminazione
del popolo che lo abita.
Nelle ultime settimane
molti parlamentari e anche vari membri del
governo hanno fatto pressioni su Starmer: il 25 luglio
per esempio oltre 250 parlamentari (su 650, e tra cui circa 150 del Partito
Laburista, quello del primo ministro) hanno firmato una lettera in cui chiedevano al governo di riconoscere lo stato di
Palestina. Martedì Starmer ha richiamato i ministri dalla pausa estiva per una riunione di emergenza proprio
sulla situazione
tragica della popolazione palestinese a Gaza.
L’annuncio è
stato criticato dall’opposizione: sia dall’estrema destra di Reform UK,
secondo cui questo farebbe il gioco di Hamas; sia da sinistra, per esempio
dai Liberal-Democratici, secondo cui invece sarebbe troppo timido e insufficiente. L’ex leader
Laburista Jeremy Corbyn, che ora sta fondando
un nuovo partito di sinistra, ha detto che lo stato palestinese non è una «merce di scambio» né una
«minaccia», ma un «diritto inalienabile».