testata registrata presso Tribunale di Napoli n.70 del 05-11-2013 /
direttore resp. Pietro Rinaldi /
direttore edit. Roberto Landolfi

Anche il Regno Unito si muove verso il riconoscimento della Palestina

Tratto da Il Post del 29 luglio 2025

Keir Starmer ha detto che lo farà entro settembre, a meno che Israele non approvi un cessate il fuoco, faccia entrare gli aiuti e inizi un processo di pace.

Il primo ministro britannico Keir Starmer, 29 luglio 2025 (Toby Melville, Pool Photo via AP)

Martedì il primo ministro britannico Keir Starmer ha detto che il Regno Unito riconoscerà lo stato di Palestina entro settembre, a meno che il governo israeliano del primo ministro Benjamin Netanyahu non faccia entrare cibo e beni essenziali nella Striscia di Gaza, approvi un cessate il fuoco e si impegni ad avviare un processo di pace. Sono condizioni che difficilmente si realizzeranno, vista la situazione attuale.
Un comunicato diffuso dall’ufficio del primo ministro cita più volte la necessità di arrivare infine al riconoscimento di due stati, ossia appunto Israele e la Palestina: è una proposta di cui si parla da decenni, senza risultati, e che è stata rifiutata formalmente dal governo israeliano circa un anno fa. Chiede anche ad Hamas di rilasciare tutti gli ostaggi, accettare un cessate il fuoco e impegnarsi al disarmo.

Pochi giorni fa anche la Francia aveva annunciato che riconoscerà lo stato di Palestina, senza però porre condizioni: la formalizzazione dovrebbe avvenire alla prossima Assemblea generale delle Nazioni Unite, in programma a New York tra il 9 e il 23 settembre. Starmer invece ha detto che prenderà una decisione prima di quella riunione.
Al momento la Palestina è riconosciuta da 147 stati membri delle Nazioni Unite su 193: quasi tutti i paesi dell’Asia, dell’Africa, dell’Europa dell’est e dell’America Latina, ma pochissimi paesi occidentali. Diversi di questi che oggi la riconoscono, come la Spagna, lo hanno deciso negli ultimi due anni e quindi dopo l’inizio della guerra nella Striscia di Gaza. L’Italia non riconosce lo stato palestinese, ma ha comunque un ufficio consolare a Gerusalemme che «cura le relazioni che il governo italiano intrattiene con le autorità palestinesi».
Quando uno stato ne riconosce un altro significa che ne accetta l’esistenza, e lo dimostra di solito inviando una rappresentanza diplomatica. Significa anche che riconosce formalmente la sovranità di quel territorio e il diritto all’autodeterminazione del popolo che lo abita.
 
Nelle ultime settimane molti parlamentari e anche vari membri del governo hanno fatto pressioni su Starmer: il 25 luglio per esempio oltre 250 parlamentari (su 650, e tra cui circa 150 del Partito Laburista, quello del primo ministro) hanno firmato una lettera in cui chiedevano al governo di riconoscere lo stato di Palestina. Martedì Starmer ha richiamato i ministri dalla pausa estiva per una riunione di emergenza proprio sulla situazione tragica della popolazione palestinese a Gaza.
L’annuncio è stato criticato dall’opposizione: sia dall’estrema destra di Reform UK, secondo cui questo farebbe il gioco di Hamas; sia da sinistra, per esempio dai Liberal-Democratici, secondo cui invece sarebbe troppo timido e insufficiente. L’ex leader Laburista Jeremy Corbyn, che ora sta fondando un nuovo partito di sinistra, ha detto che lo stato palestinese non è una «merce di scambio» né una «minaccia», ma un «diritto inalienabile».