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Silvia Salis, il nuovo astro nascente della sinistra italiana a Brescia riesce in un pomeriggio a mettere tutti d'accordo

di Thomas Bendinelli
tratto da Corriere della Sera del 8.11.25
 
La sindaca civica di Genova che buca lo schermo mette d'accordo tutte le anime della sinistra: unendo pragmatismo e spinta ideale.


Non ne abbiano a male la sindaca Laura Castelletti, il suo predecessore Emilio Del Bono oggi in consiglio regionale e nemmeno Fabrizio Benzoni, deputato bresciano e consigliere in Loggia di Azione ma se nel pomeriggio di sabato 8 novembre l’auditorium degli Artigianelli si è riempito come un uovo (oltre 400 persone) non è stato chiaramente per loro, ma per vedere dal vivo il nuovo astro della sinistra. 
Stiamo parlando di Silvia Salis ovviamente, la sindaca civica di Genova che buca lo schermo, risponde in modo ficcante, è brava a schivare chi la vorrebbe già al posto di Elly Schlein, piace al centro ma anche a sinistra, in mezzo ai 40 mila manifestanti che a fine agosto accompagnavano la Global Sumud Flotilla al porto di Genova, là dove tutti cominciò. 
Invitata da Silvia Gares dell’associazione Centopiazze per parlare di sfide dell’Italia e di buon governo dei territori Salis ha spiegato che «a Genova ha funzionato la voglia di stare insieme, il desiderio di costruire un programma condiviso, la capacità di fare qualche sacrificio» a favore di una coalizione che ha poi riconquistato il capoluogo ligure dopo otto di governo della destra.
Ai più sembrerà banale questa considerazione ma non nel buco nero della sinistra italiana, dove tutto implode. Almeno fino all’arrivo di Elly Schlein e poi di Silvia Salis, diversissime tra loro ma entrambe grandi sostenitrici che le partite si vincono facendo squadra. Secondo concetto base espresso da Silvia Salis: «Il lavoro del centrosinistra? Che progresso ed equità sociale possono e devono stare insieme». Segue esempio sui milioni di italiani e italiane che non si curano più, oramai arresi al «fatalismo sanitario» delle liste d’attesa interminabili. O quello sull’edilizia popolare: «Zero euro in politiche per la casa hanno messo, quando servirebbero quattro miliardi di euro». O di sicurezza, ai tagli della destra che si vanta di 37 mila assunzioni quando sono solo turn over dei pensionati e che magari poi attacca i sindaci di centrosinistra, manco il ministero dell’Interno non fosse cosa loro: «A Genova Fratelli d’Italia mi ha attaccata perché la città è peggiorata nella classifica sulla sicurezza fatta dal Sole 24 Ore: peccato che io sia arrivata a maggio di quest’anno, che i numeri si riferissero al 2024, quando governavano loro in città, in Regione e a livello nazionale. Ecco, noi non vogliamo un Paese che legge solo i titoli, vogliamo un Paese che legga tutto e faccia domande».
Prima di lei erano stati la sindaca Castelletti a ricordare il «buon governo cittadino» e la necessità di comunicare bene quel che si fa, Fabrizio Benzoni a osservare «la distanza abissale tra le discussioni in parlamento e il lavoro pratico degli amministratori locali». «A livello locale il centrosinistra riesce a coniugare visione ideale e pragmatismo, a livello nazionale non si riesce», sottolinea Del Bono.
La suggestione finale è che lì, nella capacità di stare insieme, di unire pragmatismo e spinta ideale stia la possibilità di toccare palla anche a livello nazionale. Silvia Salis, da buona ex olimpionica, chiede quanti siano gli amministratori locali in sala, tante mani si alzano: «Quando fai squadra, gli sforzi del primo sono quelli del quarantesimo». E si deve faticare.