Sembra strano
che una storia così grandiosa come quella di Gesù e i suoi discepoli si svolga
per lo più in Galilea, una piccola regione della Palestina. Eppure è vero:
succede tutto lì, fra quattro o cinque villaggi presso il lago di Tiberiade. Ma
la parola di Gesù non può restare confinata in quel fazzoletto di terra. E così
arriva il momento in cui Gesù decide di andare a Gerusalemme, la città santa,
che è in un’altra regione, la Giudea. E allora le cose cominciano a cambiare.
Eccome se cambiano! Perché la predicazione di Gesù non suscita solo entusiasmo
e gioia: a qualcuno non piace, gli dà proprio fastidio. E Gesù comincia a
essere odiato, sempre di più. Ma da chi? Chi odia Gesù? I sacerdoti,
soprattutto, le autorità religiose, come il Sinedrio, che era la più alta
autorità ebraica: faceva le leggi e puniva chi le trasgrediva. Ma anche gli
scribi – gli intellettuali dell’epoca – e i farisei, i maestri della legge.
Tutte queste persone cominciano a odiare Gesù, fino a desiderarne la morte,
perché ne hanno paura, lo sentono come una minaccia.
Voi direte: «E
perché ne hanno paura?» Perché?! Ma perché Gesù è Gesù! È la rivoluzione, è un
terremoto! Dove passa lui non resta in piedi niente: le vecchie idee, i vecchi
valori, le tradizioni e i loro custodi… Viene giù tutto! Ogni parola di Gesù è
un colpo di piccone. Perché Gesù non è venuto a creare una nuova religione, no:
ce n’erano già troppe. È venuto a cambiare radicalmente la vita, a rovesciarla!
Distrugge il mondo vecchio per crearne uno nuovo. E se la prende con tutti,
senza guardare in faccia nessuno: farisei, scribi, sacerdoti, mercanti… Con i
ricchi, gli ebrei, i non ebrei… Per lui il potere non esiste, non significa
nulla. Come quando si rivolge ai sacerdoti e dice loro: «In verità vi dico: i
pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio». Che era come se
dicesse ai ricchi e ai potenti, agli uomini più rispettati e temuti della
Giudea: «Tu, che ti credi tanto importante, per Dio non vali niente». Ma vi
rendete conto? Gli dice così: testuale!… E quell’impeto, quell’ardore, esplode
davanti all’ingiustizia e all’ipocrisia. Come a Gerusalemme, nel Tempio. Dove
Gesù entra, ma non come un visitatore, né come discepolo: entra come figlio. Un
figlio che trova la casa del padre trasformata in un mercato. Infatti la gente
vendeva e comprava dentro al recinto del Tempio: facevano affari,
contrattavano, trafficavano! «Quant’è?» «A quanto me lo metti?»… Dentro al
Tempio! Allora Gesù rovescia i tavoli: li ribalta proprio, letteralmente! Le
monete rotolano a terra, i banchi si spezzano. I venditori scappano, le colombe
volano via libere. E lì cambia tutto. Gesù non è più l’uomo mite delle
parabole: adesso è un fuoco, è la voce del giudizio. Esce dal Tempio, lo fissa
e minaccia: «Vedete queste pietre? Sarà tutto distrutto, pietra su pietra!
Niente resterà, niente!».
Pietro è lì.
Anche lui lo sente, lo vede. Questa presa di posizione durissima di Gesù segna
un punto di non ritorno. Il contrasto con il potere religioso ora è sotto gli
occhi di tutti. Pietro capisce che i capi del Tempio non dimenticheranno mai
quella umiliazione. Ma Gesù non è odiato solo per questo. C’è dell’altro. Parto
da una cosa semplice: la schiavitù. Sì, lo so, ora per noi è una cosa lontana…
che non è vero, perché esiste ancora oggi… Ma lo sapete cos’era la schiavitù ai
tempi di Gesù? Sapete che i figli degli schiavi venivano cresciuti dentro a dei
recinti, come gli animali? E appartenevano al padrone, non al padre, non alla
madre: si potevano vendere! Si poteva farne ciò che si voleva, anche ucciderli!
E nessuno ci trovava nulla di strano, anzi si divertivano! Commerciavano,
vendevano e compravano esseri umani. C’era proprio il mercato, tutti i giorni!
Poi arriva lui, Gesù, e dice che davanti a Dio non c’è più schiavo né padrone,
non c’è più oppresso né libero, non c’è più uomo né donna… ma siamo tutti
fratelli, tutti uguali. Lo capite che rivoluzione è questa? Gesù ha rotto la
piramide del potere, ha rovesciato la vita! Ha spaccato in due la Storia, ha
portato una legge nuova: la legge dell’amore! L’amore, sì, ma attenzione:
l’amore come lo intendiamo noi oggi. Come qualcosa che più alto non c’è niente,
che quando c’è non serve altro: non servono le leggi, i comandamenti, le
regole, le punizioni… E se noi oggi lo intendiamo così, è solo grazie a Gesù! È
il primo che ne parla in quel modo. Gesù lo fonda, l’amore, lo inventa! Perché
Gesù ha fatto della sua vita un capolavoro d’amore, è riuscito ad amare come
nessuno prima di lui. Ed è impressionante la grandezza, l’estensione di questo
suo amore. Lo ha allargato, così tanto che di più non si può. Come se avesse
detto: «Voglio vedere fin dove posso arrivare. Di più, di più!» Fino ad amare
lo straniero, lo sconosciuto, il diverso… fino ad amare il nemico! Ecco: «Ama
il tuo nemico» è forse la frase più sconvolgente mai pronunciata sulla faccia
della Terra. Forse è la parola più forte, più alta di tutto il pensiero umano,
e per questo ci sembra irraggiungibile: se ne sta lassù, è troppo alta, non ce
la facciamo. Però qualcuno l’ha detta, per sempre!
Ma vi rendete conto? Questo è uno dei pensieri che cambiano la Storia: qui c’è davvero un prima e un dopo. Ma quando l’avete mai sentita una rivoluzione così? Altro che Rivoluzione francese, mi viene da ridere!… Gesù non ci pensa proprio a usare la ghigliottina contro i nemici, anzi: all’ultima cena intinge il boccone con il discepolo che lo ha già tradito, Giuda, e si lascia baciare da lui! Un Dio che si lascia toccare, baciare, rinnegare, persino tradire – tradire! – ma che non smette di amare! Questa è la vera natura del cristianesimo: non una religione di regole, ma una rivoluzione d’amore! Dopo Gesù, nulla è stato più come prima. Perché dopo di lui anche lo schiavo, anche il povero, anche il bambino valgono quanto un re. E infatti, tra quelli che lo ascoltano molti non possono capire, non ci riescono, non vogliono capire. Per questo Gesù comincia a essere temuto e odiato, e quando con i suoi discepoli arriva a Gerusalemme ha capito che sta andando incontro alla fine, che il suo destino è segnato. Perché lui sì, ama i suoi nemici… ma i suoi nemici non lo amano per niente.
