La
storia del licenziamento dell’allenatore dell’Inter Walter Mazzarri è cosa
nota. E’ un bell’esempio di come sport e comunicazione siano fortemente
intrecciati. A metà novembre il neo presidente Indonesiano dell’Inter Erick
Thohir (detto anche “il filippino”, come
definito dal suo collega Massimo Ferrero presidente della Sampdoria, poi
deferito dalla Lega Calcio, per questa
sua espressione), ha rimosso dall’incarico l’allenatore
Walter Mazzarri ed ha richiamato sulla panchina dell’Inter Roberto Mancini.
Mancini è un allenatore di spessore internazionale, ha allenato squadre
italiane, inglesi, parla bene l’inglese e comunicherà forse più facilmente col
Presidente indonesiano.
Ma
quali sono i motivi che hanno spinto Thohir a fare questo brusco cambiamento? È
solo un problema linguistico o di comunicazione e perché in maniera così
subitanea, con all’orizzonte il derby di Milano in programma a San Siro
domenica prossima?
Domande
che si sono poste in molti, numerosi
esperti del settore calcistico, ma non
solo. Si sa gli interessi che ruotano intorno al calcio sono tanti e non solo
di natura sportiva.
Fabio
Caressa (direttore di Sky sport 24), analizzando il caso, ha senza dubbio posto all’attenzione di tanti
un argomento di grande interesse, collegando
il mondo del calcio a quello della
comunicazione. Mazzarri è infatti, notoriamente, sin dall’inizio della sua
carriera, un buon allenatore, ma sicuramente un pessimo comunicatore. Ha
raggiunto il colmo quando, nel commento del post partita di Inter-Verona, ha affermato : “stavamo giocando bene, poi ha
iniziato a piovere….”. La frase può essere considerata l’emblema di
quest’allenatore, costantemente alla ricerca di una scusa quando le cose non
girano per il verso giusto, frasi che trasmettono insicurezza davanti alle
telecamere e non solo. Mazzarri è un allenatore capace di far rendere al
massimo alcuni suoi giocatori, ma allo stesso tempo incapace di farsi voler
bene dai tifosi, tanto da scatenare vere e proprie rivolte sul web.
Al
giorno d’oggi la comunicazione riveste un ruolo importante nella vita di ognuno
di noi, e quindi ancor più per chi è l’allenatore di una squadra di Milano. Tanto
da poter affermare che, anche nel mondo del calcio, si è giunti ad una terza
fase dell’era comunicativa, la cosiddetta industria comunicativa 3.0.
Il
presidente Thohir forse deve aver pensato, dando una forte importanza alla
comunicazione e alle conseguenze che essa può avere sulla sua società, che : “se
la squadra perde perché piove o compro un ombrello o cambio allenatore”.
Rocco Maria Landolfi