testata registrata presso Tribunale di Napoli n.70 del 05-11-2013 /
direttore resp. Pietro Rinaldi /
direttore edit. Roberto Landolfi

Scuola e Gender

Le   affermazioni di Papa Francesco, probabilmente  indotte dalla pressione dei vescovi, contro la cosiddetta << teoria del gender >> che, a prima vista, sembrano poter interessare soltanto la popolazione LGBT (lesbiche, gay, bisessuali, transgender) , hanno un impatto fortissimo su tutta la società italiana e non soltanto perché tutti i cittadini dovrebbero essere coinvolti in una battaglia per i diritti civili delle minoranze, ma anche  perché coinvolgono fortemente anche la scuola. La scuola italiana è una delle poche nel mondo che non prevede tra i suoi insegnamenti l’educazione sessuale o l’educazione all’affettività e al rapporto tra i generi, come si preferisce dire oggi, perché, alle tante proposte di legge presentate dai parlamentari laici  negli ultimi vent’anni  hanno opposto forti resistenze  i cosiddetti parlamentari cattolici che non vogliono scontentare le gerarchie vaticane. Il vero problema è che nelle scuole non si può parlare di genere perché,  da quando negli anni ’70 gli studi femministi soprattutto dei paesi anglosassoni hanno scoperto che genere, sessualità e sesso biologico sono  concetti distinti,essendo il sesso una categoria anatomica e il genere una categoria culturale e sociale storicamente determinata, tali discorsi potrebbero fuorviare gli adolescenti e indurli a scelte omosessuali. Naturalmente tutti questi soloni ignorano la complessità dei problemi educativi che i docenti sensibili  devono affrontare quando si trovano in classe studenti o studentesse problematici  che, soprattutto quando l’istituto insiste in zone periferiche e culturalmente deprivate, spesso ad essi chiedono risposte ai loro tumulti o pulsioni interiori. Al di là del discorso teorico del politicamente corretto vorrei vedere queste belle anime cattoliche confrontarsi con adolescenti dilaniati dal conflitto sulla loro identità di genere che richiedono un po’ di comprensione ai docenti, soprattutto se sono sottoposti a forti pressioni da parte delle famiglie, come è successo a chi scrive.  Dunque , per non far venire “ strane idee “ ai giovani, come se l’identità di genere fosse un vestito che si sceglie a seconda del gusto e non qualcosa che si struttura nei primi anni di vita dell’ essere umano, è meglio evitare di parlare nella scuola di argomenti scabrosi quale il sesso. Chi è portatore di questa convinzione dimentica che la scuola non dovrebbe soltanto istruire i giovani ma anche educarli, e quale educazione è più importante di quella al riconoscimento della propria identità e di quella altrui  e di fornire loro la capacità di mettersi in relazione con l’altro, con il diverso da sé? Il paradosso è che nella cattolica Italia non esiste nessun insegnamento del genere, mentre in paesi ex comunisti come la Slovacchia, nelle scuole si insegna l’educazione alla famiglia. In conclusione i parlamentari italiani si ricordino che l’Italia è una repubblica laica e favoriscano l’introduzione nella scuola l’educazione all’affettività e alla differenza di genere e lascino al Papa il suo ruolo di capo di una grande religione monoteista.  Perché, come afferma il grande psicoanalista Aldo Carotenuto nel suo libro << Le lacrime del male >>, << La sessualità esprime, anche se per pochi momenti, la libertà di ogni essere umano. Ma un uomo libero è sempre pericoloso in quanto è in grado di mettere a nudo le contraddizioni del collettivo. La sessualità umana può essere il terreno della trasgressione che, quando è esperienza profonda, nutre l’individualità, fa crescere psicologicamente … La lettura in chiave sessuale del peccato originale ha perpetuato nel mondo cristiano, di generazione in generazione fino ai nostri giorni, un indirizzo marcatamente sessuofobico, spesso addirittura terroristico,nell’educazione che i genitori impartiscono ai figli. Malgrado anni e anni di informazione sessuale che sembra tracimare da tutti i giornali, ancora noi terapeuti incontriamo veri e propri disastri riguardo il modo di concepire la sessualità.>>


Marinella Gargiulo