Ho deciso, a metà giugno, di dedicarmi un fine
settimana a Firenze da amici, per staccare la spina da Napoli e dal solito tran tran; così faccio il
biglietto al volo e parto.
Solo arrivata in stazione mi accorgo di non aver
con me il mio libro: Panico!
Ricordo poi, 10 min prima della partenza, che
esiste Feltrinelli Express (adesso capisco perchè si chiama express). Mi ci
fiondo dentro e ne esco con un libricino piccolo piccolo: “Il racconto dell’Isola perduta”, di
Josè Saramago.
Trenta minuti dopo l’avevo finito.
Una chicca, un pezzettino di cioccolato fondente
dopo il sorso di rum, la prima sorsata di birra, ecco cos’è. Non è un libro, è
un piccolo tesoro.
La storia è semplice e lineare : un uomo ottiene
dal re della sua città, servito e riverito da una servizievole donna delle
pulizie, una caravella per andare alla
scoperta di un’ isola sconosciuta; ma parliamoci seriamente, andare alla ricerca di un’ isola sconosciuta
non è cosa di poco conto, né dal punto di vista geografico, né da quello
filosofico.
Se ci pensiamo razionalmente faremmo lo stesso
breve discorso del re: “ …..non esiste
un isola che non sia stata già scoperta
e disegnata sulle tavole geografiche”.
Ma chi non avrebbe ceduto ai tentativi di
quest’uomo che insistendo avrebbe dato a noi tale risposta: “…non ignori che
tutte le isole, anche quelle conosciute, sono sconosciute finché non si
sbarca?”.
Convinta
di ciò la donna delle pulizie decide di seguirlo, e, sospesi tra sogno e realtà
i due iniziano il loro viaggio, che più che un reale viaggio fisico è un
viaggio spirituale, di quelli profondi e belli, che ti spingono ad abbandonare le innumerevoli porte degli “Ossequi” per prendere quelle delle
“Decisioni” senza remore né rimpianti.
Con queste poche parole l‘uomo insegna al re e alla sua donna che
ogni viaggio, anche il più breve, è una scoperta, un’ esplorazione fisica,
metafisica, astrale. Un’Avventura nell’ Io,
un’esperienza mistica.
Accomunati dalla determinazione e dal viaggio i
due s’innamorano portando avanti una dolce e tenera storia d’amore, fatta di
rispetto, gesti gentili e sorrisi complici, Chiamando la caravella Isola
Sconosciuta.
Per quanto breve sia questo racconto non bisogna
farsi ingannare : Saramago ci chiama in causa uno ad uno. In fondo la nostra
vita non è un andare con determinazione
alla scoperta di un’isola sconosciuta? Saramago ci conduce mano nella mano in
un percorso di autoanalisi profonda facendo affiorare domande che spesso poniamo al nostro Io, “dove
vado?”, “cosa faccio?”, “con chi mi
accompagno?”
Ed è così che va, salpiamo ogni giorno lasciando
cose certe e preferendo l’ignoto, beffandoci delle ancore e dei timoni.
E cosi durante due ore di treno ho assaggiato la
mia “isola”, vagato per mari immensi e posto un “tesoro” nella mia libreria.
Simona
Bonetti