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Sempre Lucia Mastrodomenico nei suoi scritti, nel suo pensiero, ha messo in evidenza e sostenuto che senza la relazione con l’altro\a a partire da se, senza quel movimento empatico che ci porta verso l’altro\a per agire la com-passione, non ci sia vita vera, non ci sia libertà esistenziale.
La relazione con l’altro\a è però abbisognevole di amore, di quell’amore che c’è nella abitudinarietà di un gesto, nella condivisione quotidiana di semplici azioni, di quell’amore che Lucia Mastrodomenico ha messo in parola fino al suo ultimo scritto; di quell’amore che l’assenza dell’altro\a evoca potente.
È per questo che pubblichiamo la lirica di Eugenio Montale intitolata “Ho sceso dandoti il braccio”  (Satura)
Maria Vittoria Montemurro

“Ho sceso dandoti il braccio”

Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale
E ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.
Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio.
Il mio dura tuttora, né più mi occorrono
le coincidenze, le prenotazioni,
le trappole, gli scorni di chi crede
che la realtà sia quella che si vede.

Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio
Non già perché con quattr’occhi forse si vede di più,
con te le ho scese perché sapevo che di noi due
le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,
erano le tue.


Eugenio Montale