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Il gesto giusto


La scena sembra solita; l’orario consono ad una donna che lavora, il gesto di ordinaria amministrazione: sono le nove di un giorno feriale, in una piccola piazza del centro storico napoletano già addobbata con le lucine natalizie, davanti allo specchio del parrucchiere è accomodata una elegante signora con tanto di mantellina sulle spalle mentre il parrucchiere le taglia i capelli.
Invece questa apparente normalità cela un evento straordinario. La signora è il Prefetto di Napoli Gerarda Pantalone, (la prima donna a sedere a Piazza del Plebiscito 1), ed il parrucchiere è Salvatore Castelluccio che da mesi vive e lavora sotto scorta per avere con la sua denuncia di estorsione fatto arrestare alcuni esponenti della malavita locale.
“Occorre testimoniare la vicinanza a coloro i quali hanno avuto il coraggio di dire no alla camorra” dichiara alla stampa il Prefetto, ”non vogliamo che a causa della sua scelta (Castelluccio) non lavori più o lavori di meno, allora è necessario dare sostegno all’attività tutti i giorni”, “d’altra parte “ continua il prefetto “Salvatore è un ottimo parrucchiere”…… “ e poi bisogna sensibilizzare soprattutto i giovani al consumo critico ed alla spesa legale”.
È proprio l’acquisizione di una profonda coscienza civica, e l’educazione alla legalità delle giovani generazioni che a mio avviso resta il nodo della riflessione. Spesso inconsapevolmente, o meglio superficialmente, noi tutti ci troviamo a compiere azioni apparentemente inoffensive ma devastanti sul piano dei contenuti: lasciamo la macchina al parcheggiatore abusivo, recuperiamo il nostro motorino pagando una piccola cifra a chi ce lo ha rubato ( a Napoli si chiama cavallo di ritorno), ci vantiamo delle nostre scarpe griffate acquistate  al cosiddetto mercato parallelo. Certo deprechiamo le estorsioni ai commercianti, le sparatorie in pieno centro, l’intimidazione camorristica, senza renderci però conto che anche i nostri gesti apparentemente innocui fanno parte dello stesso “sistema” teorizzato da Saviano.
Le giovani generazioni devono effettivamente essere sensibilizzate ed educate  al consumo critico  ed alla spesa legale perché la parola d’ordine di questo “sistema” di potere è vincere ma soprattutto commerciare.
La liberalizzazione del mercato, la distribuzione liberista delle merci e dei prodotti legali ed illegali ha consentito alla camorra attività impensabili fino a vent’anni fa. In questo sistema le nostre scelte, i nostri acquisti possono diventare strumentali al malaffare. Ecco perché l’impegno di tutti è importante, ma ciò che più conta è la promozione di comportamenti responsabili ed azioni educative rivolte alle giovani generazioni, una sorta di community empowerment  per incoraggiare approfondimenti e scambi,  ricercare insieme soluzioni a criticità spesso considerate insormontabili. La partecipazione e la conoscenza come metodo per non abbassare la guardia, per tradurre in pratiche di contrasto civile alle sopraffazioni, alla corruzione, alla malavita organizzata.
Ed un po’ come capita per i pomodori raccolti nelle terre sottratte alla camorra che hanno davvero un sapore diverso, anche il taglio di capelli del Prefetto sembra essere particolarmente indovinato, probabilmente perché non è così importante il gesto in se quanto la giustezza ed il piacere nel compierlo.


Maria Vittoria Montemurro