« L’amore non si merita,
si riceve e si dà per quelli/e che sono e siamo; solo riconoscendolo dentro di noi si dà lo
spazio della sua azione» Lucia
Mastrodomenico
Su quest’affermazione di
Lucia bisognerebbe far riflettere molto
i giovani e le giovani di oggi, che nei
rapporti con l’altro sesso danno troppa importanza al loro aspetto esteriore,
spinti in ciò, oltre che dall’insicurezze tipiche della adolescenza e della
prima gioventù, dalle sollecitazioni che provengono dall’odierna società dell’immagine.
Non ci si innamora di una persona perché il suo aspetto fisico è migliore di
quello di un altro, o perché ha un carattere più amabile, ci si innamora di una
persona per quello che essa è, per le sensazioni e le risonanze che risveglia
in noi, per cui, pur fra le tantissime persone che ci circondano, quella
persona resta l’unica per noi. Questo concetto è mirabilmente illustrato in una
lirica di una poetessa svedese, Karin Boye, che qui riportiamo.
Come posso dire …
Come posso dire se la tua voce è bella
So
soltanto che mi penetra
E mi fa
tremare come una foglia
E mi
lacera e mi dirompe.
Cosa so
della pelle e delle tue membra.
Mi scuote
soltanto che sono tue,
così che
per me non c’è sonno né riposo
finché non
saranno mie.
(Traduzione di Daniela Marcheschi)
Karin Boye nasce il 26 ottobre 1900 a Göteborg (Svezia)
e studia e lavora a Uppsala e a Stoccolma. Pubblica a ventidue anni il suo
primo libro di liriche, Moln (Nuvole ). Entra a far parte del gruppo che
gravita intorno alla rivista Clarté, un movimento culturale e
pacifista di cui sarà una delle rappresentanti più significative. Si interessò
anche a Freud e alla psicanalisi e nel 1931 insieme ad altri intellettuali
fonda la rivista letteraria d’avanguardia Spektrum.
Pur avvertendo in sé stessa fin da giovanissima pulsioni omosessuali, cerca di
contrastarle sposando nel 1929 lo scrittore Leif Björk, anche lui militante
di Clarté,
ma dopo un viaggio in Germania nel 1932 la poetessa porrà fine al matrimonio.
Oltre ad aver pubblicato diverse raccolte di poesie la Boye fu anche scrittrice
di romanzi e di testi teatrali ; il suo romanzo Kallokain (Collocaina) del 1940, sul temuto trionfo di una
dittatura universale, viene ritenuto la sua opera più importante. Nonostante
avesse trovato l’amore nell’ebrea tedesca Margot Hanel, la loro relazione fu
complessa e conflittuale anche per la
differenza di età fra le due. Karin fu sempre una donna molto tormentata
dalla sua identità sessuale, probabilmente per la sua educazione cristiana, e
raccontò nel romanzo Kris (Crisi) del
1934 la sua crisi religiosa e i suoi problemi morali. Dopo i viaggi nell’Urss
nel 1928 e in Germania del 1932, visitò la Grecia nel 1938, che rappresentava
per lei la culla della civiltà e dei valori più cari. Si uccise su una collina,
nei dintorni di Göteborg il 23 aprile 1941, nel giorno in cui le truppe
tedesche invasero la Grecia. Un mese dopo anche Margot Hanel si tolse la vita.
Marinella
Gargiulo