Siamo umani, siamo ansia
immotivata, felicità insensata, fede e speranza. Siamo una cassaforte di
ricordi, sensazioni provate, godimenti e dolori, rifugio di intense emozioni
che, anche solo per un attimo, attraversano il nostro corpo, facendoci vibrare
di vita. Non vi è profitto da tutto ciò, per questo la società ci esilia dietro
schermi ipnotici, spettatori di un’emozione, tra una pubblicità e l’altra. Onde
che viaggiano silenziose nell’etere, invisibili tracce di sentimenti umani. Ci
si può amare senza guardarsi negli occhi. In un mondo che corre a ritmi
disumani, l’uomo deve diventare macchina. Una società, un profitto, non c’è
tempo da perdere. La società è riuscita a capitalizzare anche le relazioni
umane, vincolate a piazze virtuali. Tonnellate di vite umane che attraversano
la rete in un secondo, per essere a noi visibili. Relazioni efficienti, veloci,
ma inconsistenti, prive di sfumature e di tonalità, come uno strumento che
suona sempre la stessa nota. Mentre
siamo presi da tutto ciò, da questa frenesia, il mondo sta marcendo,
intossicato, soffocato, sfruttato e ridotto all’osso per alimentare la stampa
di qualche volto noto, su un lembo di carta e filigrana. La carota appesa al
bastone, corriamo inseguendo la felicità, materializzata e resa pronta all’uso.
Lussuosa, sportiva, lussuriosa, basta che faccia guadagnare, e che duri poco,
in una società consumista che si rispetti.
In una società così devota al profitto non c’è tempo di aggiustare le
cose, né di affezionarsi, quindi buttate via tutto e comprate l’ultimo modello
di felicità pronta per l’uso. Stiamo calpestando un mondo che ci chiede
disperatamente aiuto, agonizzante, povera madre abbandonata dai suoi figli. La
felicità non è in un oggetto, né tantomeno si compra o si consuma, la felicità
vera, eterna, la si trova dentro si sé e nell’animo degli altri, di chi ci
vuole bene veramente. Questo nuovo “modello” di felicità lo si trova nella
spontaneità del bene, nella gentilezza di un sorriso, tocchiamoci,
accarezziamoci, assaporiamo gli altri, che molto spesso ignoriamo, pensiamo di
meno a noi stessi, perché saranno gli altri a pensare a noi. Dovremo insegnare
ai nostri figli l’amore, la condivisione, a trarre felicità dalla bellezza
della vita in sé, e ad ammirare il nostro pianeta, casa di meraviglie.