La storia ci presenta non una, ma
molte religioni . Diverse sono le spiegazioni date a questa pluralità, e
risulta pure difficile trovare i criteri per poterli classificare. L’uomo può
conoscere la divinità solo in modo parziale e in maniera analogica. Esprime la
divinità secondo la cultura, il suo mondo o area geografica in cui vive, i suoi
simboli.
Però le credenze e le pratiche
religiose possono essere deformate, come in effetti alcune lo sono, dal cattivo
uso della volontà e delle deviazioni dell’uomo, diventando strumento di
immoralità o di oppressione. Ecco perchè la Chiesa “nulla rigetta di quanto
valido, santo” si trova nelle religioni non cristiane. Ma certamente esse
devono essere analizzate e valutate per vedere se corrispondono e rispondono al
piano di Dio e non contengono elementi deformati e peccaminosi.
Ogni religione affonda in genere le sue radici sulla
necessità di dare risposte alle domande
fondamentali e tragiche che l’uomo si è posto fin dall’inizio: “ Gli uomini
attendono dalle varie religioni la risposta ai reconditi enigmi della
condizione umana, che ieri come oggi turbano profondamente il cuore dell’uomo:
la natura dell’uomo, il senso e il fine della nostra vita, il bene e il
peccato, l’origine e lo scopo del dolore, la via per raggiungere la vera
felicità, la morte, il giudizio e la sanzione dopo la morte, infine l’ultimo e
ineffabile mistero che circonda la nostra esistenza, donde noi traiamo la
nostra origine e verso cui tendiamo.” ( Dichiarazione Nostra Aetate)
L’Induismo
Il popolo indiano è un popolo
profondamente religioso. La società indiana conserva tuttora una struttura
religiosa ed attorno ad essa si
sviluppano le opere letterarie, l’arte, la scultura . L’induismo è un mosaico di religioni locali, che vivono
bene insieme, perché la cultura indiana accetta tutto e riesce ad integrare
elementi diversi tra loro e spesso contraddittori. L’induismo è una realtà
vivente, una via e non c’è un termine che indichi la religione. L’induisno è caratterizzato da tre elementi
basilari: l’istituzione socio/religiosa delle caste, la credenza in Brahman, ed il libro sacro Veda.
La divinità Brahman, è
considerato come la sostanza primordiale di tutto l’essere, il principio impersonale e creatore, l’Assoluto. La
divinità è chiamata signore, dio adorabile, sovrano di tutte le cose, datore di
benedizioni, protettore di tutti gli esseri e conserva l’impronta panteistica. L’ aspirazione dei fedeli è l’unione con
Brahman che si realizza dopo la morte.
Il
buddismo.
Il buddismo, nasce in India e si
sviluppa in molti paese asiatici. Il suo fondatore fu Siddhartha Gautama detto
il Buddha (l’illuminato). Il buddismo si contrappone all’induismo. Il buddismo
è difficile da definire come religione, perché indica una via, non ha una
divinità. Il suo fulcro si trova nella domanda “che cos’è il dolore, la
sofferenza”. Qual è la sua origine e come si può eliminarla. Budda afferma che
il desiderio cioè l’attaccamento alle realtà terrene è la causa della
sofferenza. Per superare questa fase, Buddha indica degli insegnamenti che
portano a rinnegare questo desiderio delle cose terrene, cioè all’illuminazione
ed in questo modo si giungerà al nirvana.
Il nirvana è il fine delle aspirazioni dell’uomo, non è una divinità, è la liberazione dal
dolore. Dopo la morte di Buddha i suoi
discepoli si dividono in tre grandi correnti:
a)
Hinayana (piccolo veicolo): non riconosce nessuna
divinità. Solo chi lascia il mondo e, da monaco facendo vita ascetica, può arrivare all’illuminazione.
b)
Mahayana (grande veicolo): è la corrente della religione popolare che da
spazio a riflessioni filosofiche e mistiche con attività rituali.
c)
Vajrayana (veicolo del diamante) è la corrente meno diffusa e si stacca dalle
origini per il suo ritualismo, mistica, e magia.
Islam
L’islam è la seconda religione
monoteista del mondo e copre un territorio vastissimo. Inizia con Muhammad (Maometto).L’islam è una realtà
omogenea, che non coinvolge solo la vita spirituale ma anche culturale,
economica e politica Essa rifiuta la distinzione tra condotta spirituale e
temporale riconosce una sola legge, quella coranica. Uno dei cinque punti cardine è la professione di fede:
testimoniare l’unico Dio, il più grande,
Allah. Un Dio, terribile ma misericordioso a cui bisogna sottomettersi e non ci
si può avvicinare senza essersi purificati. Tutto dipende da Allah e la sua
legge va difesa a rischio della vita.
Il giudaismo.
Nella religione Giudaica, di origine semitica, monoteista, vi è un Dio
unico, Signore della vita, chiamato Javeh.
Nel primo capitolo della Genesi,
si evidenzia che tutta la creazione è opera di Dio, che ha creato tutto dal
nulla , manifestando così tutta la
Sua bontà. In questa visione, Dio appare come “Tremendum et fascinans ” al tempo stesso. Ma al contempo è anche un
Dio pieno di amore per le sue creature; infatti nell’Esodo si narra che Javeh
parla a Mosè come uomo ed amico. Dio si è avvicinato all’uomo, alla sua
creatura, come Padre, si è rivelato in maniera graduale e progressiva, salvifica per allontanarlo dall’errore di una
falsa religiosità naturale.
Viviamo ormai in una realtà dove
coesistono più fedi. Le varie religioni, secondo indagini statistiche, sono cosi suddivise : “
il cristianesimo con più di 2 miliardi di credenti di cui 1 miliardo di
cattolici, pari al 33% ; il 21% sono islamici; il 4% induisti; il 10%
buddisti”.
Nel 1937 sorse il movimento
ecumenico, da parte dei protestanti ed ortodossi. I cattolici si sono
avvicinati all’ecumenismo con papa Pio XII ed in maniera più decisa con
Giovanni XXIII. Il Concilio Vaticano II,
con la Dichiarazione “Nostra Aetate” del
28 ottobre1965, si è aperto al dialogo con le diverse religioni. La
religione cristiana, pur avendo elementi comuni alle altre religioni, si differenzia da queste perché con l’iniziativa di Dio (presente in tutte le
religioni per l’azione dello Spirito Santo, che soffia dove vuole), si
manifesta rivelandosi o, meglio, svelando il suo mistero intimo in Cristo.
Mostrando così l’unità della volontà salvifica di Dio in Cristo. Dio si è rivelato e Cristo che è Figlio di Dio , ci ha parlato del Padre ed e
l’espressione di Dio Padre.
La Chiesa cattolica parte dal
presupposto che tramite il dialogo, e gli studi teologici si possono aprire
frontiere per potersi intendere e vivere come una sola comunità, nel rispetto
reciproco, non rigettando quanto di
buono e vero vi è nelle altre religioni, anzi rivolgendo loro parole di stima,
apprezzamento, rispetto e perfino ammirazione. A tutti annuncia Cristo. In
questo contesto la Chiesa promuove l’unità e l’amore tra i popoli.
La Chiesa invita al dialogo, in
quanti figli di uno stesso Creatore, eliminando qualsiasi distinzione di razza,
popolo, condizione sociale o religiosa, invocando una fraternità universale di tutti gli
uomini, essendo l’amore di Dio universale e fonte di ogni grazia.
Benedetto XVI, all’Angelus del 30
ottobre 2005, richiamava i documenti del
Concilio Vaticano II , tra cui la dichiarazione “Nostra Aetate”, invitando a
contribuire ed a instaurare nel mondo quella fraternità universale che risponde
alla volontà di Dio sull’uomo. Il Pontefice ritiene, più di prima, la validità
di tale dichiarazione, espressione di un inizio di un cammino ancora lungo nel
dialogo con le altre religioni non cristiane.
Con l’invito del Pontefice si può
concludere questo incompleto articolo, rivolgendo il pensiero al desiderio di vivere incarnando il messaggio
di Cristo, nell’amore scambievole senza confini, ideologie, razze religioni e
divisioni, come fratelli uniti nell’unico fine e nell’amore di Cristo.
Giuseppe Borriello (laurea
magistrale in Scienze Religiose)