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Religione Sarrista


Quando sei un ex bancario, quando per arrivare ai vertici del calcio europeo hai trascorso una trafila inimmaginabile; soprattutto, quando sei napoletano di nascita e toscano di formazione, non potranno  mai essere le dichiarazioni del presidente della squadra, a scalfire la bontà del tuo lavoro o la tua autostima.
Il gioco delle parti in una società sportiva, come in qualsiasi altra azienda, ci sta ed è questo il momento che sta vivendo attualmente il calcio Napoli: da una parte un mister che da oltre due anni esprime un gioco entusiasmante, che ha incantato mezzo mondo ed avuto riconoscenze dai più illustri allenatori del panorama calcistico, insieme  ai suoi “titolarissimi”; dall’altra un vulcanico presidente che, dopo mesi di silenzio, è tornato a parlare rimarcando come, con una gestione della rosa più oculata, si sarebbe arrivati al rush finale nella lotta per lo scudetto con più forze.
A Napoli, la piazza, fatta esclusione di nessuno, sta con Maurizio Sarri. Sarri non ha certo scoperto le sue carte, dopo le dichiarazioni rilasciate dal presidente. Il legame fra i napoletani e Sarri è qualcosa di più profondo; è il legame tra un popolo che si identifica e si rivede in un allenatore che incarna alla perfezione i valori di una città fiera, non certo abituata al successo, senza una particolare propensione alle vittorie, ma famosa in tutto il mondo per la sua bellezza.  Proprio come il gioco della squadra di Sarri.
Ma purtroppo, o per fortuna, così come nella vita, anche nel mondo dello sport, esistono dei cicli che iniziano e finiscono. Mai come quest’anno, nell’era De Laurentiis, il Napoli ha lottato ed è andato vicino a “prendersi il palazzo” (termine utilizzato più volte da mister Sarri con chiaro riferimento ai “poteri forti” del calcio italiano). Eppure c’è già chi parla di ciclo chiuso. E’ sicuramente presto per saperlo e conoscendo Maurizio sappiamo che quando dice: “mancano ancora due partite e nella mia testa c’è solo portare il Napoli a superare il record storico di punti”,non mente. Del rinnovo sapremo solo dopo il venti maggio, a campionato finito (con una clausola di otto milioni che scade il trenta maggio). 
Con una città che, dopo lo scudetto teme, di poter perdere anche il suo principale condottiero.

Rocco Maria Landolfi