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Attenti a quei tre


Di chi parlo? In ordine di pericolosità. Salvini. Di Maio. Renzi.
Salvini : primo Ministro della propaganda. Cinico, spietato, furbo, politico navigato di lungo corso, perfetto per quel terzo, e forse più, di elettori italiani che esprimono il peggio dell’animo umano. Non solo degli italiani però. A livello mondiale stessa cosa vale per quelli che hanno portato al potere Trump negli USA, Erdogan in Turchia etc.. Il contrario del Machiavellismo. Salvini ha  ben chiaro che è necessario tenere distinte etica e politica. Non lavora per il bene comune. Lavora  per il bene dei suoi e dà al popolo  grandi illusioni. Prima i suoi erano solo i potenti e molti cittadini del Nord, Nord Est in particolare. Oggi lavora per tutti i conservatori d’Italia. Conservatori del sud senza memoria, neanche recente. Per ora  propaganda e non solo. Riesce a tenere in balia delle onde poveri migranti, minacciare i soliti scombinati ed arruffoni rom.  Ha chiaro che deve prendersela con i più deboli, per accontentare altri poveracci che vorrebbero cacciare migranti e rom, con l’illusione che poi loro riuscirebbero a vivere un po’ meglio. Salvini si guarda bene dal far proposte che coinvolgono i poteri forti. Non parla, ne fa  video o comunicati,  su tasse, pensioni, occupazione. Sa bene che su quei temi i poteri forti (banche, finanza, boiardi di stato) gli spezzerebbero facilmente le gambe. È il più pericoloso perché interviene con pugno duro sui più deboli. Un tempo si diceva “forte con i deboli e debole con i forti”. In questo caso siamo di fronte a fatti, non parole. Se non cresce nel paese reale, non virtuale, una forte opposizione sarà sempre peggio. 
Cura per lui : fargli trascorre (da ospite naturalmente) qualche mese nei lager libici e poi un attraversamento in gommone fatiscente per giungere in Padania. Scherzo naturalmente. Ma avete notato che il neologismo leghista “Padania” è assolutamente scomparso dalle cronache. Chi se ne ricorda? Che memoria breve gli Italiani in particolare i soggiogati meridionali.
Di Maio : secondo Ministro della Propaganda: più giovane, inesperto, ignorante in politica (nel senso letterale del termine, cioè che ignora) presuntuoso. Mix esplosivo, presunzione ed ignoranza, rendono chiunque si occupa di gestione (a partire dagli amministratori di condominio), particolarmente inefficaci ed inefficienti. L’efficienza di Di Mario si manifesta nella propaganda verbale (nazionalizziamo autostrade, diamo dignità al lavoro, tagliamo le pensioni cosiddette d’oro etc.). Prolusioni verbali che, alla prova dei fatti, producono effetti scarsi o controversi. Efficacia per i cittadini, cui Di Maio tanto si appella, vicina allo zero. I cittadini non se ne accorgono. È mai possibile? Si, si accontentano delle operazioni di facciata contro le “caste”.  Pronunciamenti che fanno dimenticare,  lo stato di miseria in cui continuano a vivere. La velocità dei messaggi che Di Maio (e prima ancora Salvini) utilizza (web, twitter, facebook) fa sembrare vero ciò che non è. La politica “percepita” di Di Maio è gradita ancora agli italiani.  La ex maggioranza silenziosa degli italiani ha trovato paladini al governo. Ora hanno voce di governo gli italiani che vogliono uscire dall’Europa, che sono contrari all’Euro, che non hanno memoria di ciò che è successo negli ultimi anni in Grecia e che, se continua così, potrebbe colpire anche noi.  Di Maio prende posizione contro i poteri forti e parla poco dei più deboli (migranti rom etc.); perché? Un mix pericolosissimo di ignoranza politica, presunzione, arroganza. Lui non si rende conto del nulla che fa e gli italiani, contenti, lo applaudono appena possono.
Cura per lui : ritornare a studiare. Si iscriva o se già iscritto continui gli studi all’Università. Due lauree consigliate : Scienze politiche e Scienze della Comunicazione. Il suo collega di partito Fico, Presidente della Camera, laureato in Scienze della Comunicazione se la cava molto meglio.
Renzi : senatore Primo Responsabile. Mai sopito il suo spirito indomito di distruttore della sinistra. Voleva essere un rottamatore, è stato asfaltato dal voto degli italiani,  politicamente distrutto ma sempre lì, dietro le quinte, a manovrare le redini del principale partito che sta all’opposizione. Dopo che  ha portato a distruzione il maggiore partito di sinistra (ma lo è mai stato?). E’ lui  il principale responsabile della vittoria di Salvini e Di Maio. Presuntuoso, cinico, arrogante, antipatico alla maggioranza degli italiani, non si ferma davanti alle sconfitte. Quindi non sa fare politica. Chi sa fare politica pensa principalmente a vincere come insegna la vecchia democrazia cristiana. Eppure è fiorentino come il Machiavelli. Ma non ha imparato nulla. Machiavelli diceva :”onestà, lealtà, amor di patria”. Tutto il contrario dello “stai sereno” di Renzi che poi tanto il giorno dopo ti frego lo stesso. Ha dialogato solo con i poteri forti, fregandosene della gente più umile che, sarà anche senza memoria, ma scema non è. Al referendum costituzionale hanno vinto coloro che hanno votato contro Renzi. Alle recenti elezioni  politiche sono cadute anche le ultime roccaforti  del renzismo. Renzi non impara dagli errori e per questo non va perdonato. 
Nessuno si vede, all’orizzonte,  capace di soppiantarlo, e questa è la cosa più triste. Quando faranno un congresso per sostituirlo davvero? Con chi di decente? Domande senza risposta e così si lascia l’Italia in mano a populisti, sovranisti, schizzati e pericolosi demagoghi.
Cura per lui : che faccia il senatore, il regista alla Veltroni;  ma scompaia per i prossimi vent’anni dai vertici di qualsiasi partito, azienda, congrega. Una bella vita da pre pensionato che non produca danni al suo partito ed all’Italia.
Mancano le alternative credibili all’attuale governo e principalmente una “figura umana”, nuova, giusta, audace, una donna o un uomo capace di suscitare nuove passioni. Continuando così dove si andrà a finire? Mussolini ci mise quindi anni per arrivare alla marcia su Roma. Ai populisti di oggi può bastare molto meno. Ci salverà l’Europa? Finora, in settant’anni, di buono in Europa c’è che non ci sono state più guerre; le guerre che, nei cinquant’anni precedenti (dal 1900 al 1945),  avevano prodotto milioni di morti. Il che non è poco. Ma non può bastare.

Lucia Rosa Mari