testata registrata presso Tribunale di Napoli n.70 del 05-11-2013 /
direttore resp. Pietro Rinaldi /
direttore edit. Roberto Landolfi
Continuiamo sul tema della bellezza anche “perché bellezza e sapienza e giustizia ci sono solo in ciò che è fatto a brani". (NdR)

“In fin dei conti il tempo era perfetto. Non avrebbero potuto avere una giornata più adatta ad una festa in giardino neanche se l’avessero ordinata: mite, senza vento con un cielo sgombro. L’azzurro era velato solo da una leggera foschia dorata, come succede a volte all’inizio dell’estate. Il giardiniere era in piedi dall’alba e aveva falciato e rastrellato i prati, finché l’erba e le rosette scure che prima ospitavano le margherite non parvero scintillare. Quanto alle rose, non si poteva fare a meno di pensare che sapessero bene di essere gli unici fiori che fanno colpo sugli invitati alle feste in giardino, gli unici che tutti riconoscono al volo. Centinaia, non esagero, centinaia di rose erano spuntate durante la notte; il fogliame verde si inchinava come se avesse ricevuto la visita degli arcangeli.”

Katherine Mansfield da La festa in giardino- ed Mattioli1885- 2016



“Insomma, questo Ghisparru bussa, convinto di trovarsi davanti il compito arduo di accontentare una vecchia. La sente a due passi da lui oltre la porta e il cuore comincia a battergli fortissimo. Vorrebbe scappare, ma poi guarda se stesso come fosse un altro a guardarlo là  fuori, magari da una finestra che si affaccia da quella piazza. E magari si vede per quello che è, nell’impossibilità di ingannarsi: un giovane bello, forse, ma senza la bellezza del mondo. Senza la bellezza della conoscenza. La porta si socchiude…”

Marcello Fois da Quasi Grazia- ed. Einaudi - 2016



“Così si potesse dimezzare ogni cosa intera- disse mio zio coricato bocconi sullo scoglio, carezzando quelle convulse metà di polpo- così ognuno potesse uscire dalla sua ottusa e ignorante interezza. Ero intero e tutte le cose erano per me naturali e confuse, stupide come l’aria; credevo di vedere tutto e non era che la scorza. Se mai tu diventerai metà di te stesso, e te l’auguro, ragazzo, capirai cose al di là della comune intelligenza dei cervelli interi. Avrai perso metà di te e del mondo, ma l’altra metà rimasta sarà mille volte più profonda e preziosa. E tu pure vorrai che tutto sia dimezzato e straziato a tua immagine, perché bellezza e sapienza e giustizia ci sono solo in ciò che è fatto a brani".
Italo Calvino da  Il Visconte dimezzato ed. Mondadori 1998