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Alcuni esempi. Vaccini: bioetica e biotecnologia

 A quando il vaccino anti Covid 19? Notizie di questi giorni danno prossima l’immissione sul mercato di un vaccino che, in fase 3 (sperimentazione sull’uomo), avrebbe dimostrato un’efficacia del 90%. La multinazionale che sta sperimentando il vaccino ha reso pubblica la vicenda, prima delle verifiche e autorizzazioni da parte autorità in materia, la FDA negli USA e l’EMA in Europa. Nella migliore delle ipotesi dunque, dopo i controlli da parte di FDA ed EMA, i vaccini dovrebbero esser disponibili nei primi mesi del 2021. Quindi l’annuncio “Abbiamo un Vaccino”, tramite le agenzie di stampa di tutto il mondo, senza che i risultati siano stati pubblicati su alcuna rivista scientifica accreditata, ha avuto il solo risultato di alimentare false speranze e di far crescere le borse mondiali, in particolare i titoli dei settori farmaceutica e biotech, aprendo notevoli problemi etici e di corretta comunicazione.

È bene ricordare che la ricerca biotecnologica ha contribuito notevolmente allo sviluppo umano. Le biotecnologie sono nate quando l’uomo ha imparato a lievitare la farina per fare il pane, a fermentare l’uva per fare il vino ed il latte per fare burro e formaggi.

La svolta si è avuta negli ultimi decenni quando i ricercatori hanno imparato a leggere e modificare il DNA. Il DNA è la molecola che costituisce il codice della vita di ogni organismo. In seguito si è giunti alla mappatura del genoma umano, cioè di tutto il nostro patrimonio genetico.

Dal pane fatto con il lievito degli antichi Egizi, ai fertilizzanti e pesticidi efficaci senza produrre danni ambientali; dalle piante che crescono con minore bisogno di acqua alle varietà vegetali realizzate con migliori qualità nutrizionali; dai farmaci già disponibili per curare diverse malattie, dall’epatite al cancro, ai vaccini già in uso contro flagelli debellati, ai vaccini attualmente in sperimentazione contro Covid 19. Tutto ciò si deve allo sviluppo delle biotecnologie. 

Progresso avvenuto in un continuum tra saperi popolari e ricerca sofisticata. Intrecci che continuano e potranno continuare a migliorare la qualità della vita delle persone. Antropologia ed ingegneria genetica che non devono viaggiare disgiunte.

Grazie all’ingegneria genetica è stato possibile ad esempio produrre l’insulina umana, un vero presidio salvavita per adulti e bambini. Pensiamo solo a quanti, affetti da diabete infantile, riescono a portare avanti la loro esistenza in autonomia. Nel 1978 l’insulina è stato il primo farmaco prodotto con biotecnologie, dal 1982 è stata introdotta normalmente in terapia.  Certo l’insulina non cura definitivamente il diabete ma consente a milioni di persone la sopravvivenza ed una buona qualità della vita. Nel XX secolo con circa 30 vaccini, creati usando virus inattivati o attenuati o loro parti, le biotecnologie hanno migliorato la vita di tutti, contribuendo a debellare il vaiolo, la poliomielite. Le biotecnologie sono e saranno fondamentali per il progresso, dalla bonifica dell’area inquinata, allo sviluppo di un’agricoltura sostenibile, dalla scoperta di nuovi farmaci ad una medicina sempre più personalizzata. 

Anche nei confronti del Covid 19 sono stati già studiati numerosi vaccini, di cui, circa 50, al momento, in corso di sperimentazione sull’uomo. Tra questi 14, si legge sulla stampa di settore, sono basati su acidi nucleici, altri 13 sono costruiti a partire da virus artificiali, individuati e studiati per non essere dannosi, ma per scatenare una risposta efficace contro il virus del Covid 19.

Come sopra ricordato, l’annunciato vaccino della Pfizer risulterebbe efficace nel 90% dei casi. Ma quali saranno le implicazioni bioetiche dell’immissione sul mercato di un vaccino realmente efficace contro il Covid 19? Chi lo acquisterà? In quali parti del mondo? A chi sarà reso prioritariamente disponibile?  Sono in gioco fondate questioni di equità ed eticità.

Per tornare al diabete, ad esempio, le implicazioni economiche e bioetiche della scoperta dell’insulina sono enormi. Il mercato dell’insulina è un business mondiale. Il trattamento del diabete infantile è sempre più oneroso per i paesi del nord del mondo, dotati di un welfare adeguato. In Africa, per il genitore di un bambino, affetto da diabete infantile, la morte del figlio, è un dramma che può trasformarsi in un’opportunità, perché con i soldi risparmiati per l’acquisto dell’insulina è possibile assicurare la sopravvivenza, l’istruzione, la cura degli altri figli.

Non esistono, in questo campo, questioni semplici, non possono essere fornite risposte semplici. L’elevata complessità della ricerca biotecnologica non può prescindere dall’analisi dei dilemmi etici che la scoperta di nuovi presidi terapeutici comporta. La ricerca in biotecnologia e la ricerca in bioetica devono viaggiare di pari passo.  Così pure, di pari passo, devono viaggiare la gestione di nuovi presidi farmaceutici, di nuovi vaccini, con l’etica clinica e sociale.

 

RL