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Alcuni esempi: morti COVID Italia. Patrimoniale che non ci sarà

Torniamo a commentare i dati sulla letalità da Covid in Italia ed in alcuni paesi europei. La domanda è: perché la letalità è così alta in Italia rispetto agli altri paesi europei?

Scorriamo alcuni dati (fonte: Jonhs Hopkins University aggiornamento al 3 dicembre 2020): Francia: 52822 decessi a fronte di 2.275.677 contagiati. Spagna: 45784 decessi a fronte di 1.665.755 contagiati. Germania 17823 decessi, 1.126.687 contagiati. Italia 58038 decessi 1.664.829 contagiati. Si passa dalla percentuale del 1,58% della Germania, al 2,3% della Francia al 2,5% della Spagna a ben il 3,48% dell’Italia Come si spiega questa differenza? Non avevamo un servizio sanitario tra i migliori al mondo?  

L’Istituto Superiore di Sanità (ISS) ci offre dati più dettagliati: al 2 dicembre 2020 l’età media dei decessi è 80 anni, le donne sono il 43% del totale, il 39,9% si verifica in Lombardia, solo il 3% dei deceduti non aveva altre patologie (cardiopatie, ipertensione, diabete, tumori). 

Come dire, muoiono di più gli anziani, o i molto anziani, e con più patologie. Viene da chiedersi: ma quanti sono gli 80enni senza patologie? Chi arriva a 80 qualche problema di salute lo ha quasi di sicuro. Patologie croniche con le quali convive.  I decessi di età inferiore ai 50 anni sono l’1,2% del totale.  I decessi autunnali da Covid, sempre secondo l’ISS, paragonati a quelli dei mesi di marzo aprile, riguardano persone più anziane e con una condizione di salute preesistente peggiore.

Tutti questi dati descrittivi non ci chiariscono però, per quale motivo, in Italia si muore di più rispetto a Spagna, Francia e Germania. Non parliamo delle differenze con altri paesi, ad esempio India e Russia, dove i sistemi di raccolta e trasmissione di dati ed informazioni non sono paragonabili a quelli dei paesi europei, sono meno attendibili. 

La differenza tra la percentuale di morti sul totale dei contagiati, 1,58 in Germania e 3,48 in Italia rimane abissale. Qualcuno si dovrà mettere al lavoro per spiegare questa differenza. Non può essere ascrivile solo al fatto che il popolo italiano è tra i più anziani al mondo e che il servizio sanitario nazionale (SSN) è andato in crisi. Nella fase autunnale dell’epidemia il SSN doveva esser molto meglio preparato che nei mesi di marzo aprile; eppure la letalità è rimasta alta. Cosa non ha funzionato? L’assistenza ospedaliera, l’assistenza territoriale, le terapie intensive o i medici di famiglia? Oppure possiamo accontentarci di pensare che questo aumento di mortalità è dovuta al caso o ad una errata raccolta dei dati? Di certo non lo sappiamo.

È necessario che si avviino indagini ad hoc per tentare di comprendere meglio il fenomeno. Approfondimenti necessari per capire come migliorare le risposte sanitarie, nel futuro. Non siamo abituati ad avere primati negativi al riguardo; non dobbiamo farci l’abitudine.

 

Da qualche settimana si torna a parlare di patrimoniale. Un dibattito sterile che non porterà a nulla. Ci vuole coraggio per introdurre più tasse, anche se solo ai più ricchi. Vediamo di che si tratta. Secondo la proposta, di alcuni deputati di Leu, si tratta di introdurre un’imposta sulla ricchezza netta superiore a mezzo milione di euro, tra proprietà immobiliari, e attività mobiliari, detenuta in Italia ed all’estero. L’aliquota dell’imposta è dello 0,2% per una base imponibile tra 0,5 ed 1 milione di euro l’anno (costoro verserebbero poco più di 1000 euro all’anno, per intenderci); dello 0.5% per patrimoni tra 1 e 5 milioni; 1% tra 5 e 50 milioni; 2% per patrimoni oltre i 50 milioni.

Non sono pochi quelli che rientrano nella prima categoria. Chiunque possiede prima, seconda casa (caso mai ricevuta in eredità dai genitori) ed ha uno stipendio dignitoso, rientra, con tutta probabilità, nella prima categoria. Ma, tassare i più ricchi è forse un’eresia? Apriti cielo. 

Il solo annuncio che il parlamento potesse passare a discutere una proposta del genere ha scatenato un putiferio. Ne è seguito un forte dibattito (sul nulla). Le mie consuete fonti informative (per solito rai radio 3 ed il quotidiano Avvenire) ancorché critiche, si sono anch’esse soffermate sull’argomento. In tutti i paesi europei esiste una patrimoniale più o meno progressiva. Recentemente la Spagna, per far fronte alla crisi pandemica ed economica, ha inasprito i meccanismi di tassazione connessi alla patrimoniale. In Italia la Costituzione vieta di introdurre tassazioni che non siano progressive. In sintesi, chi più ha (beni mobili, immobili etc.) più deve contribuire. Questo in ordinario. Ma lo scenario attuale è assolutamente straordinario. 

In tutti i paesi OCSE le entrate fiscali sono diminuite nel 2019 ed ancor più diminuiranno nel 2020. Anche in Italia. Allora dove li prenderà, lo Stato, i soldi, per pagare pensioni, sanità, scuola etc? Quando non si hanno i soldi, le famiglie e le imprese, per far fronte agli impegni, vanno a debito. Lo Stato pure. Ed infatti il debito pubblico sta crescendo mese dopo mese. E chi pagherà il debito pubblico accumulato? Provate a dare, voi lettori, una risposta. 

Quindi una patrimoniale progressiva si rende necessaria. 83 milionari di varie parti del mondo hanno scritto una lettera a Forbes (il magazine più famoso al mondo su classifiche per economia, cultura, imprenditoria etc.)  in cui chiedono di essere tassati: ”L’impatto della pandemia durerà per decenni. Potrebbe spingere mezzo miliardo di persone alla povertà; centinaia di milioni perderanno il lavoro. Milioni di bambini sono fuori dalla scuola, molti di loro senza possibilità di ripresa. I problemi della pandemia non possono essere risolti con la carità., non importa quanto generosa…I capi di governo devono assumersi la responsabilità di trovare i fondi che servono ed usarli bene. A differenza degli altri noi non dobbiamo preoccuparci del nostro lavoro, delle nostre case, del sostentamento delle nostre famiglie…Perciò, per favore tassateci, tassateci, tassateci. È la scelta giusta. È la sola scelta possibile. L’umanità conta più del nostro danaro”.

Un appello che, potremmo definire, dal pregnante valore etico, ma anche economico. I super ricchi intelligenti sanno che se una popolazione, un paese, il mondo, diviene troppo povero, alla lunga andrà male anche per loro.  Una buona politica deve saper ascoltare e agire di conseguenza.

Ma non sarà così. Tornando alla piccola Italia, il dibattito sulla patrimoniale scomparirà nelle prossime settimane e non se ne farà, al solito, nulla di concreto.

Ai posteri, non l’ardua sentenza, ma l’implodente debito pubblico.

 

RL