La crisi del Pronto soccorso: meno accessi ma in dieci anni tagliate il 10%
delle strutture. Dieta anche per ambulanze e centri di rianimazione. Ecco come
sono cambiati i servizi di emergenza.
di Luciano
Fassari
tratto da Quotidiano Sanità del 5.3.25
Le cronache, soprattutto durante la stagione
influenzale e in estate, sono piene di storie di sovraffollamento dei Pronto
soccorso e in effetti a guardare i numeri dell’Annuario del Ssn del 2023 confrontati con lo stesso report di 10 anni prima si capisce la sofferenza del nostro sistema di
emergenza.
tratto da Quotidiano Sanità del 5.3.25
Meno accessi, ma
anche meno strutture, ambulanze, centri di rianimazione e Dipartimenti di
Emergenza. È questa la fotografia di come sono cambiati i servizi di emergenza
del nostro Ssn.
Le cronache, soprattutto durante la stagione influenzale e in estate, sono piene di storie di sovraffollamento dei Pronto soccorso e in effetti a guardare i numeri dell’Annuario del Ssn del 2023 confrontati con lo stesso report di 10 anni prima si capisce la sofferenza del nostro sistema di emergenza.
Ma partiamo dagli accessi. Nel 2023 si registrano 18.353.118 accessi nei pronto soccorso (311 accessi ogni 1000 abitanti), ovvero circa 2 mln in meno di accessi rispetto al 2013 (-10%) quando erano stati 20.551.053 con una media di 338 accessi ogni 1.000 abitanti.
Nel 2023 sono stati 1.397.358 accessi nei pronto soccorso pediatrici (154 accessi ogni 1000 abitanti fino a 18 anni), un numero inferiore (-13%) rispetto al 1.609.287 di accessi di 10 anni prima (in media 158 accessi ogni 1.000 abitanti).
Meno accessi di per se è un dato positivo ma il dato fa il paio con il calo delle strutture che per la stragrande maggioranza sono pubbliche. In totale (tra pubblico e privato) in dieci anni sono stati tagliati il 7,7% dei Dipartimenti di emergenza: erano 322 nel 2013 contro i 284 del 2023.
Taglio più forte per i Pronto soccorso: 10 anni fa erano 490 contro i 433 del 2023 (-12%). In calo del 7% anche i Pronto soccorso pediatrici: 100 contro 93.
Anche i Centri di rianimazione sono scesi: erano 417 e sono diventati 397 (-5%). La dieta ha riguardato anche i mezzi di soccorso. Le ambulanze di tipo A che vengono impiegate per le emergenze sono passate dalle 1.222 del 2013 alle 1.182 del 2023 (-3,2%). Più marcato il taglio delle ambulanze di tipo B, quelle volte al trasporto sanitario più generico: nel 2023 erano 416 mentre dieci anni prima erano 725 (-42%).
Insomma, una bella dieta che se sommata al taglio degli ospedali, dei posti letto e di personale fanno emergere ancor di più il lento declino della nostra sanità.
Le cronache, soprattutto durante la stagione influenzale e in estate, sono piene di storie di sovraffollamento dei Pronto soccorso e in effetti a guardare i numeri dell’Annuario del Ssn del 2023 confrontati con lo stesso report di 10 anni prima si capisce la sofferenza del nostro sistema di emergenza.
Ma partiamo dagli accessi. Nel 2023 si registrano 18.353.118 accessi nei pronto soccorso (311 accessi ogni 1000 abitanti), ovvero circa 2 mln in meno di accessi rispetto al 2013 (-10%) quando erano stati 20.551.053 con una media di 338 accessi ogni 1.000 abitanti.
Nel 2023 sono stati 1.397.358 accessi nei pronto soccorso pediatrici (154 accessi ogni 1000 abitanti fino a 18 anni), un numero inferiore (-13%) rispetto al 1.609.287 di accessi di 10 anni prima (in media 158 accessi ogni 1.000 abitanti).
Meno accessi di per se è un dato positivo ma il dato fa il paio con il calo delle strutture che per la stragrande maggioranza sono pubbliche. In totale (tra pubblico e privato) in dieci anni sono stati tagliati il 7,7% dei Dipartimenti di emergenza: erano 322 nel 2013 contro i 284 del 2023.
Taglio più forte per i Pronto soccorso: 10 anni fa erano 490 contro i 433 del 2023 (-12%). In calo del 7% anche i Pronto soccorso pediatrici: 100 contro 93.
Anche i Centri di rianimazione sono scesi: erano 417 e sono diventati 397 (-5%). La dieta ha riguardato anche i mezzi di soccorso. Le ambulanze di tipo A che vengono impiegate per le emergenze sono passate dalle 1.222 del 2013 alle 1.182 del 2023 (-3,2%). Più marcato il taglio delle ambulanze di tipo B, quelle volte al trasporto sanitario più generico: nel 2023 erano 416 mentre dieci anni prima erano 725 (-42%).
Insomma, una bella dieta che se sommata al taglio degli ospedali, dei posti letto e di personale fanno emergere ancor di più il lento declino della nostra sanità.
Luciano Fassari