fonte: www.peacereporter.it
La faccina sparuta, il corpo esile
suo malgrado, gli occhi neri vivaci dietro piccoli occhiali rosa da bambina, il
sorriso raro e scomposto di piccoli denti guasti ormai consumati dalla fame e
dalla sporcizia che ha patito per circa due anni. Lei è giunta dai territori di
guerra di Gazacon la piccola sorellina malata e denutrita, altrettanto provata
ma “solo” denutrita e con problemi dentari, in fondo la sua vita è salva anche
senza denti.
Nonostante l’Organizzazione Mondiale della Sanità sottolinei il netto miglioramento della salute orale, in particolare la carie, ancora in molti paesi come Asia, Africa ed America Latina, ma anche in fasce svantaggiate di popolazione dei paesi cosiddetti industrializzati, questa risulta essere inaccessibile. La questione dell’accesso alle cure odontoiatriche non è un aspetto marginale della salute complessiva: una dentatura sana garantisce una buona nutrizione, una buona respirazione, una buona fonazione, oltre a tutti gli aspetti legati all’estetica ed alla strutturazione di una valida vita di relazione, soprattutto quando questa riguarda bambini e ragazzi. La promozione delle cure odontoiatriche rappresenta un importante volano di sviluppo dei bambini e delle bambine appartenenti a classi sociali più svantaggiateo residenti in paesi in via di sviluppo; probabilmente l’attenzione su questo aspetto della salute infantile non è ancora troppo evidente o perlomeno resta ancora legato ad un concetto di cura non considerata “strettamente necessaria” per la vita e lo sviluppo.
È passato qualche giorno dall’arrivo di questa bambina, e accanto al nutrimento le sono stati restituiti dentini bianchi e curati. È molto difficile comprendere le ragioni (ammesso che ve ne siano) di tutto ciò che sta accadendo a Gaza, di come una popolazione inerme debba lasciare la propria casa, i luoghi della vita quotidiana, in un cammino che fa dell’incertezza e del dolore il viatico verso una meta di probabile sofferenza fisica e morale. Non è difficile comprendere che sono i bambini coloro che stanno pagando il prezzo più alto dell’occupazione israeliana, a Gaza sono la maggioranza della popolazione, e non è solo la mancanza di cibo e medicine ma anche la mancanza di una istruzione decente, di libri, di giochi che li mette a dura prova.
Giro l’angolo del corridoio del reparto e lei mi viene incontro, quasi di corsa con le braccia aperte, gli occhialetti rosa, ed il sorriso più bello che abbia mai visto in vita mia.
Maria Vittoria Montemurro
